Le scuole filosofiche del Buddhismo tibetano

BUDDISMO TIBETANO

INDICE:

· Origini storiche
· Il maestro Padmasambhava
· La formazione delle scuole monastiche
· Insediamento del Dalai Lama
· La scuola Nyingmapa
· La scuola Kagyupa
· La scuola Sakyapa
· La scuola Kadampa e Gelugpa

Origini Storiche
Nell’anno 127 a.C., il Tibet venne unificato dal sovrano Nyatri Tsenpo. La monarchia durò per 40 generazioni. La religione diffusa sul territorio era il Bon, accanto ad altre credenze minori.
La storia propriamente conosciuta e documentabile del Tibet inizia con il re Srong-Tsen Ganpo, che regnò dal 618 al 649. Egli, oltre alle sue mogli tibetane, sposò due principesse di religione buddista, una cinese e una nepalese; grazie a loro dalla Cina e dal Nepal arrivarono le prime immagini di Buddha, tra cui la famosissima statua di Jobo, tuttora custodita e venerata nel tempio del Jokhang a Lhasa. Il sovrano si convertì al Dharma, la dottrina del Buddha, e decise di introdurlo in Tibet, così fece costruire diversi templi a Lhasa ed in altri luoghi e inviò il suo consigliere Thonmi Sambota a studiare in India. Codificò l’alfabeto e la grammatica tibetana utilizzando come modello il sanscrito e invitò molti maestri eruditi (Acharya) dall’India e dal Nepal. Fece tradurre i Sutra (i discorsi originali di Buddha) e i Tantra (i testi per la pratica della meditazione) e cominciò la costruzione del Potala a Lhasa – le attuali maestose dimensioni del palazzo risalgono però ai lavori di ampliamento eseguiti nel XVII secolo dal V Dalai Lama.
Il re Tritson Detsen (765 – 804) decise di dare un ulteriore forte impulso alla diffusione degli insegnamenti buddisti nel Paese delle Nevi. Invitò i più eminenti maestri indiani dell’epoca (Upadhyaya, Santaraksita, Vimalamitra, Santigargbha, Dharmakirti, Buddhaguhya, Kamalashila, Vibuddhasiddha ed altri) che lavorarono in collaborazione con i maestri tibetani – noti storicamente come i 108 traduttori. Grazie a questo sforzo le tre suddivisioni principali del Canone buddista (il Tripitaka), composto da Vinaya, Sutra e Abhidharma, in pratica l’intero corpo di tutti gli insegnamenti di Gautama Buddha, divennero accessibili nella lingua tibetana.

Il maestro Padmasambawa
La figura che introdusse il buddismo tantrico (Vajrayana) in Tibet è Padmasambhava, il cui nome significa “nato dal loto”. Si racconta infatti che Egli nacque miracolosamente da un fiore di loto sulla superficie del lago Danakosa in Udyana, mitica terra di maestri tantrici e Dakini (le “danzatrici del cielo”), che alcuni storici identificano con la valle dello Swat in Pakistan. In realtà è difficilissimo distinguere il personaggio storico dalle innumerevoli leggende che lo circondano; per moltissimi tibetani Egli fu il secondo Buddha.
Padmasambhava in Tibet è conosciuto con il nome di Guru Rimpoche (“maestro prezioso”), è venerato da tutti e la sua effigie è rappresentata in quasi tutti i monasteri. Giunse in Tibet nel VII secolo su invito del re Trisong Detsen e diffuse in modo significativo la dottrina buddista. Questo periodo è noto come l’epoca della “Prima diffusione della Dottrina”, di cui il momento più emblematico fu la costruzione del primo monastero tibetano: Samye, alla cui edificazione sembra abbia partecipato lo stesso Padmasambhava.
La rapida ed irresistibile diffusione del buddismo in Tibet, trovò delle resistenze soprattutto da parte della nobiltà e del clero Bon, la religione tibetana preesistente. Il successore di Trisong Detsen, Ralpa Chen (817 – 836), volle continuare l’opera di diffusione del Dharma iniziata dal padre: stabilì che le famiglie dovevano occuparsi del mantenimento dei monaci e costruì più di mille monasteri (Vihara). Perfezionò l’opera di traduzione dei testi buddisti e fece redire una edizione in sedici volumi degli insegnamenti conosciuta come “La Grande Madre” (Satasahasrika prajnaparamita sutra – il discorso in centomila versi sulla Perfetta Saggezza).
Ralpa Chen fu ucciso dal fratello Langdarma, che divenne re (836 – 842). Langdarma si opponeva alla diffusione degli insegnamenti buddisti, e diede inizio a una crudele persecuzione. Soprattutto nel Tibet centrale molti monaci vennero uccisi e i monasteri distrutti o confiscati. Il lignaggio (la successione della trasmissione orale diretta agli insegnamenti) di Padmasambhava fu mantenuto in vita da alcuni meditatori che, nei loro eremi sperduti tra i monti, praticarono e trasmisero ai discepoli l’insegnamento tantrico e conservarono scrupolosamente tutti i testi tradotti. Molti praticanti si rifugiarono nella regione del Kham, altri si recarono in India per ricevere gli insegnamenti direttamente dai grandi maestri (i Mahasiddha).
Il corpo degli insegnamenti appartenuti alla “Prima diffusione della dottrina” costituirà in seguito il fondamento della scuola che verrà chiamata Nyingmapa.
Langdarma fu ucciso da un monaco buddista che riuscì ad avvicinarglisi travestito da sacerdote Bon. Con la sua morte ebbe inizio una guerra civile per la successione al trono, ma il Tibet rimase per più di tre secoli privo di un re legittimo riconosciuto da tutte le famiglie feudali e le diverse province del paese si costituirono in tanti staterelli autonomi.

La formazione delle scuole monastiche
Tra il IX e l’XI secolo i pochi monasteri rimasti dopo la persecuzione si riorganizzano e cominciarono anche a sorgerne di nuovi: iniziò quello che fu un rinascimento del Tibet.
A partire dal X secolo cominciò la cosiddetta “Seconda diffusione della dottrina”. Cominciarono ad essere tradotti dal sanscrito alcuni testi buddisti conosciuti come i Nuovi Tantra. I traduttori più noti furono: Rinchen Zanpo (958 – 1051), a cui si rifanno tutte le scuole nuove, cioè la Kagyupa, la Sakyapa e, in modo particolare, la Kadampa – Ghelugpa. Marpa Chokyi Lodro (1012 – 1099), che visitò l’India tre volte e durante questi pellegrinaggi tradusse e commentò molti testi tantrici sotto la guida di Naropa e di Maitripa. Da Marpa ebbe origine la scuola Kagyupa. Drogmi Shakya Yeshe (993 –1050), da cui ebbe origine la scuola Sakyapa.
Il grande maestro indiano Atisha si recò in Tibet e diffuse in modo significativo il Dharma anche nelle regioni che non erano mai state toccate dall’insegnamento. Il buddismo divenne per la prima volta la religione di tutto il popolo tibetano.
A partire dall’XI secolo i seguaci dei maestri principali cominciarono ad organizzarsi ed a formare delle vere scuole che, pur concordi sul fine ultimo della ricerca spirituale, cioè il raggiungimento dello stato di Buddha per il beneficio di tutti gli esseri, differiscono sui metodi da adottare per giungere all’Illuminazione. I monasteri iniziarono ad essere sempre di più i centri di potere sia spirituale che politico delle diverse regioni in cui sorsero.
I mongoli, che in quel periodo conoscevano il momento del loro grande splendore storico, intervennero direttamente nella vita tibetana. Il grande sovrano Gengis Khan (1206 – 1227), convocò alla sua corte i rappresentanti di tutte le maggiori religioni e di tutte le diverse confessioni (confuciani, taoisti, mussulmani, cristiani e buddisti oltre a maghi e sciamani); pare che egli abbia proclamato vincitori del primo congresso interreligioso della storia i maestri tibetani e che lui stesso si convertì al buddismo Vajrayana. Il sovrano mongolo Kublai Khan affidò il governo del Tibet al suo maestro: l’abate del monastero di Sakya (Sakya Pandita (1253)), a cui faceva capo la scuola Sakyapa. I mongoli e i tibetani fondarono così una sorta di patto sacerdotale in base al quale, mentre i tibetani si prendevano cura del benessere spirituale, i mongoli garantivano al Tibet la sicurezza temporale.
Nel 1349 il dominio dei Sakya venne rovesciato da altri feudatari, e seguirono lotte intestine tra i vari signorotti tibetani. La mancanza di un’effettiva autorità centrale riconosciuta da tutti fu causa di interminabili conflitti tra le diverse famiglie aristocratiche che spesso nascondevano i loro interessi dietro questioni dal sapore religioso.
Tra il XV ed il XVII secolo, nelle diverse scuole si sviluppa da un lato una ricca e profonda esperienza spirituale, ma dall’altro anche discordie e conflitti tra diverse fazioni in lotta per il potere. In modo particolare la lotta tra le scuole Kagyupa e Gelugpa sfociò a volte in vere ostilità militari, soprattutto a Lhasa.

Insediamento del Dalai Lama
Nel 1642 l’esercito mongolo di Gusri Khan intervenne in Tibet ed impose ai tibetani il governo temporale di un lama della scuola Gelugpa che chiamò Dalai Lama, allora già alla quinta incarnazione (il Dalai Lama è considerato un’emanazione di Avalokitesvara, la divinità della compassione universale che protegge il Tibet). Il V Dalai Lama (conosciuto come “il grande quinto”) cercò di realizzare un equilibrio tra le scuole limitando i privilegi dei Gelugpa. Diede all’organizzazione religiosa una costituzione che permane ancora oggi nel governo in esilio del XIV Dalai Lama, con cinque posti in parlamento riservati ai capi delle scuole, rispettivamente a: Nyingma, Kagyu, Sakya, Bon e Gelugpa.
Iniziò così il periodo più recente della storia tibetana caratterizzato dal governo del Dalai Lama che, pur appartenendo tradizionalmente alla scuola Gelugpa, ha sempre governato come il rappresentante di tutto il popolo tibetano; la sua autorità temporale e spirituale è sempre stata riconosciuta da tutte le scuole che hanno potuto svilupparsi liberamente in un clima ormai pacificato.
Dal XVIII secolo l’espansionismo cinese comincia a premere ai confini nord orientali del paese e l’imperialismo britannico minaccia il Tibet da sud. Gli ultimi tre secoli del Tibet sono stati caratterizzati dall’alternanza tra tranquillità e periodi di grave tensione finché, negli anni cinquanta, “Il Paese delle Nevi” ha perso la sua libertà in seguito all’invasione cinese.

La scuola Nyingmapa
E’ la “scuola degli antichi”, come dice la traduzione del suo nome, e si richiama agli insegnamenti della “Prima Diffusione della Dottrina” che vennero introdotti in Tibet da Guru Padmasambhava, Santarakshita e Vimalamitra. La scuola fu fondata da Long Chenpa (1308 – 1363) che riunì in un corpo unico tutte le diverse tradizioni proprie dell’originario buddismo Vajrayana di Guru Rimpoche.
Gli insegnamenti della scuola Nyingmapa furono trasmessi dai primi maestri ai loro discepoli attraverso un ininterrotto lignaggio orale e si raccolgono in due sistemi: i Kama (la lunga trasmissione che proviene dal Canone buddista) e i Terma (i testi nascosti in diversi luoghi da Padmasambhava in attesa di essere scoperti nel momento più opportuno da maestri particolarmente realizzati ed in grado di comprenderne e trasmetterne il significato). Il più conosciuto dei Terma è il Bardo Thodol, il Libro Tibetano dei morti. La scuola si distingue per la suddivisione delle classi dei Tantra in sei livelli anziché quattro, come fanno invece le scuole che si rifanno alla “Seconda diffusione”. I primi tre (i Tantra esterni) sono il Kriya, il Charya e lo Yoga Tantra; i secondi tre (Tantra interni) sono il Maha -Yoga, l’Anu – Yoga e l’Ati – Yoga (o Dzog-chen).
Questa scuola non ha conosciuto l’imponente sviluppo monastico proprio delle altre tradizioni ed i grandi monasteri Nyingmapa sono pochi (i principali erano: Samye, Dzogchen Gonpa, Payul, Zechea e Mindroling), e in generale i monasteri non ospitavano un numero elevato di monaci mentre era diffusa la figura del Lama laico che riuniva intorno a sé un piccolo gruppo di discepoli e viveva isolato. Oltre a Long Chenpa i principali maestri sono stati Jigme Lingpa (1729 – 1797), Lama Mipham (1848 – 1914), Jamyang Kyentse Wangpo (1819 – ?) e Patrul Rinpoche (1807- ?).

La scuola Kagyupa
La scuola Kagyupa lega la sua origine ai grandi Mahasiddha tantrici dell’India, in particolare alla discendenza di Tilopa a cui sono seguiti Naropa, Marpa (un traduttore della “seconda diffusione”) e Milarepa.
La scuola si suddivide in due indirizzi principali: Shampa Kagyu e Dagpo Kagyu, che a loro volta si suddividono in altre sottoscuole. La Shampa Kagyu fu fondata dallo yogi Khyungopo Naljor (990 –1079) che trascorse più di 50 anni in India e Nepal studiando i Sutra e i Tantra, praticando l’insegnamento della Mahamudra (il “Grande Sigillo”). La pratica di questa scuola trae origine dall’insegnamento della consorte del siddha Naropa, Niguma, ed enfatizza particolarmente la disciplina meditativa e lo yoga.
La Dagpo Kagyu fu fondata da Gampopa (1079-1153), uno dei principali discepoli di Milarepa, che visse nella valle di Dagpo. Milarepa ricevette i sei yoga di Naropa da Marpa. Gampopa studiò anche con maestri della scuola Kadampa, quindi nel suo insegnamento si amalgamano i due lignaggi. La scuola è molto simile alla Nyingmapa nell’attribuire grande importanza allo yoga ed alle pratiche di meditazione, tuttavia trova riferimento per i testi principalmente nella Nuova Traduzione di Marpa. La Dakpo Kagyu si suddivide a sua volta in quattro principali sottoscuole o ramificazioni conosciute come “Le 4 Grandi” che sono: la Karma Kagyu (fondata da Karmapa Dusum Khyenpa (1110 – 1193), la Tsalpa Kagyu (fondata da Zhang Yudrakpa Tsondru Drakpa (1123 – 1193), la Baram Kagyu (fondata da Baram Dharma Wangchuk (?), la Phagmo Drupa Kagyu (fondata da Phagmo Dru Dorje Gyalpo (1110 – 1170); quest’ultima sottoscuola si suddivide ulteriormente in otto correnti: Drigung, Taglung, Trophu, Drukpa, Martshang, Yelpa, Shugseb e Yamzamg. Oggi sono ancora esistenti solo le Drukpa, Drigung e Taglung; la scuola Drukpa oggi è la principale del Bhutan.
Ognuna di queste sottoscuole ha una sua gerarchia interna, ma in genere l’autorità principale della scuola Kagyupa è il Karmapa, il capo della tradizione Karma Kagyu che, come avviene per il Dalai Lama ed in generale per i lama reincarnati, viene riconosciuto fin da bambino. Il monastero di Rumtek in Sikkim è la principale sede attuale del lignaggio Karma Kagyu.

La scuola Sakyapa
Questa scuola prende il nome dal monastero di Sakya e riconosce 5 maestri fondatori in successione: Sachen Kunga Nyngpo (1092 – 1158), Sonam Tsem (1142 – 1182), Jetsun Drakpa Gyaltsen (1147 – 1216), Sakya Pandita (1182 – 1251) e Chogyal Phagspa (1235 – 1280). L’insegnamento della tradizione Sakyapa è il Lamdre (Il Sentiero e il frutto) che risale al Mahasiddha indiano Virupa.
E’ suddivisa in due sottoscuole: Ngorpe e Tsharpa, che differiscono leggermente nei rituali. I Sakyapa enfatizzano molto lo studio filosofico ed il rituale liturgico. Il capo della scuola è un maestro laico (S.S. Sakya Trinzin) che attualmente vive a Mussoorie in India. Le successive reincarnazioni dei Sakya Trinzin vengono identificate sempre da due famiglie già designate che alternativamente si succedono alla guida della scuola.

La scuola Kadampa, poi Gelugpa
La scuola Kadampa è stata fondata nell’XI secolo dal maestro indiano Atisha (979 – 1053), una delle figure più importanti della “Seconda diffusione della dottrina buddista” in Tibet. I maestri Kadampa erano noti per la segretezza della loro pratica tantrica e famosi per la loro erudizione; la loro vita era caratterizzata dalla semplicità e dalla disciplina morale.
Nel XIV secolo la scuola fu riformata e ristrutturata da Lama Tzong Khapa (1367 – 1419) che ne cambiò il nome in Gelugpa (tradotto significa la scuola “dei virtuosi”). Tzong Khapa ne accentuò il carattere monastico e la organizzò in modo molto solido, tanto che nel giro di due secoli divenne la scuola più diffusa del Tibet. I monasteri Gelugpa erano spesso popolati da migliaia di monaci, come le tre grandi università monastiche del Tibet: Drepung, Sera e Ganden, appartenenti tutte all’ordine dei Gelugpa.
Caratteristico di questa scuola è l’insegnamento del Lam Rim (sentiero graduale) che unisce la via dei Sutra con quella dei Tantra. La scuola Ghelugpa pone molta enfasi sullo studio della psicologia e della filosofia, in particolare la corrente Madyamika di Nagarjuna del buddismo indiano.
I Dalai Lama tradizionalmente vengono istruiti da tutori appartenenti alla scuola Ghelugpa, ma diversamente da come spesso si crede, il Dalai Lama non è il capo della scuola; la Gelugpa è infatti diretta dal lama che viene eletto da un conclave di lama eruditi con il titolo di Gaden Tripa (detentore del trono di Tzong Khapa) cioè colui che, attraverso il superamento di esami monastici rigorosissimi, si è mostrato il maestro più dotto della scuola.
Le tre scuole della Nuova, o Seconda, Diffusione si distinguono dalla scuola degli Antichi (o della Prima Diffusione) anche per quanto riguarda la suddivisione delle classi del Tantra. Queste tre scuole suddividono il Tantra in 4 classi: Krya (in cui vengono esposte le pratiche esteriori e i rituali liturgici), Charya (in cui sono unite tecniche di concentrazione e meditazione), Yogatantra (dove viene enfatizzata la pratica interiore e la visualizzazione interna) e Anuttarayoga (la più esoterica trasmissione).